Eccoli, sono tutti qui.
La sua famiglia, sperduta, incredula, si tiene per mano per farsi forza.
Gli altri, tanti, riempiono i banchi della chiesa fino a farli scoppiare.
Ci sono tutti.
Chi ne ha condiviso la vita, il lavoro, la fede, i campi di battaglia, l‘amore per l‘Africa, la lotta contro i mulini a vento.
I grembiulini bianchi neri e blu ,ingrigiti e con le rughe, quelli che fino all’altro ieri incontrandola per strada la chiamavano maestra.
Ci sono anche quelli che consapevolmente o inconsapevolmente l‘avevano tradita, abbandonata.
Tutti nella piccola chiesa straripante, tutti intorno a lei, ancora una volta, l‘ultima.
Tutti si prendono cura di lei con i pensieri, con le lacrime, con le parole.
Te l‘aspettavi,dimmi, tutta questa folla? Te le aspettavi tutte queste persone?
Te l`aspettavi , mamma, la parata di generali in tonaca bianca sull‘ altare?
Te l‘ aspettavi questa massa di gente, facce conosciute, e tante tante sconosciute?
In fila, incolonnati, porgono I loro rispetti e guardandoti a occhi bassi, sussurrano :
“Sono un‘ amica, una volta mi ha curato’ “Sono un amico, una volta mi ha consolato”
“Ero come una nipotina, avrei voluto vederla invecchiare, avrei voluto dimostrare quanto le volevo bene.…”
Questo, vedi, è l`esercito dei tuoi soldati.
Quante cose vorrebbero dirti, quante vorremmo dirti. Quante vorrei io.
Si respira pace in quella chiesa, pace e tanto tanto amore.
Canti, parole,si, i suoni si alternano.
Ma ciò che rimbomba di più è un grande assordante silenzio carico d‘amore. E su tutti, grande, accogliente, ineluttabile aleggia il tuo Ammiraglio.
In tanto buio, piccoli significativi spiragli di luce.
Dopo quel giorno,dalla nebbia del dolore sordo e incredulo, emerge,compatto e forte quell`invisibile esercito che le si è creato intorno.
Dapprima esitante,poi sicuro, l‘ esercito si staglia nitido e sorprendentemente vasto.
Sussurrando, e poi con forza, scandisce ad alta voce il suo nome
Piano piano una rete sottile ma indistruttibile avvolge tutti quelli che sono stati toccati in qualche modo dalla sua vita.
Una massoneria dell`amore, una “cosa nostra” dove lei è il Don per eccellenza.
I soldati si cercano, si incontrano, anche se non si conoscono ,si riconoscono.
Lei c‘è, vive nel ricordo, nell`immensità e nella bellezza dell‘amore.
L`energia che ancora emana riempie il vuoto che ha lasciato e risuona nel silenzio come se fosse un canto…
“Perchè che cosa è la morte?
Solo la curva della strada della vita, morire è quell`attimo in cui svoltata la curva non ti si vede più”
Ma finita la curva la strada continua. “
Vi ho raccontato una storia, che sa di favola, per quanto iinvece è vera.
Una favola che ha non una morale, e soprattutto non ha un lieto fine.
O forse si ? Forse, se siamo tutti qui, un lieto fine ce l‘ha!
Forse, se l‘esercito invisibile si ingrossa sempre più, sempre più nitido e vasto, allora un lieto fine ce l`ha!
Se quella rete sottile e indistruttibile si allarga sempre di più fino a varcare l`oceano , allora un lieto fine ce l`ha!
E se qualcuno , lontano, in Africa, scandirà prima sussurrando poi con forza il suo nome con un sorriso, allora….beh, allora questo è il lieto fine che cercavamo. É il lieto fine che lei avrebbe voluto.
“O Signore fa di me una donna posseduta dalla tua parola così da camminare sempre a te vicino, sempre con te nel cuore sorridendo alla vita, malgrado tutto”.
Aspettando, come avrebbe fatto lei, l‘aurora.