“La pace non è assenza di guerra” .
La nostra guerriera, mia madre, tua nonna, non era certo Madre Teresa di Calcutta , intendiamoci.
Ha il sangue di uno che la sua guerra l‘ha pagata con l‘olio di ricino e il carcere duro. E questo si vede, eccome.
Un giorno le rubano l’auto, dal parcheggio di fronte alla chiesa. Per l‘ennesima volta.
E come si fa senza auto, pensa torcendosi le mani dalla disperazione, come farò a fare le mie guerre?
Un cavaliere non può stare senza cavallo,e non per l‘ennesima volta.
La disperazione fa posto alla rabbia, quella rabbia cieca che non fa prigionieri.
Lo sa chi l‘ha presa, lo sanno tutti in città e sa pure dove trovarli.
Vado, pensa, non mi interessa se è pericoloso, io rivoglio la mia auto!
Senza pensarci 2 volte, si avvia verso il bar, si fa largo tra uomini 2 volte più grandi e grossi di lei, facce scure, arcigne,bruciate dal sole e dalle malefatte, e arrivata alla cassa dice :
“Mi hanno rubato la macchina, voglio parlare con chi me l‘ha presa”.
Stupore e silenzio assoluto tra i presenti.
Alcuni fanno per risponderle di farsi i fatti suoi, alcuni le sussurrano di andarsene a casa prima che le succeda qualcosa di peggio di un banale furto d’auto.
Lei è irremovibile.
Ad un certo punto,da un angolo nascosto si ode una voce flebile, quasi esitante : “Maestra!”
Ihhh….un grembiulino!! Veramente è un grembiulone, grande e grosso com‘ è.
Potrebbe se volesse, per stazza e per potenza fisica, strizzarla e accartocciarla in in un minuto, se volesse.
Invece il grembiulino arrossendo e balbettando dice timidamente :”Ma la macchina vostra era? ”
(Lo so, figlia mia, non è l’italiano che ti insegnano a scuola. Ma questo è il nostro italiano, quello delle mie parti , nel meridione d’Italia, intriso di dialetto, di fantasia e di rispetto)
Lei, stizzita: “Si”
E lui, con gli occhi bassi, un filo di voce : “Non lo sapevo ..”
“Vabbè però queste cose non si fanno, e io questo ti ho insegnato a scuola, a rubare??”
“Lo so maestra, voi avete ragione. Che ci volete fare, ognuno deve campare in qualche maniera. Comunque non vi preoccupate, domani pomeriggio ve la riporto”.
E lei un pò ammorbidita, ma ancora sostenuta, più alta di lui di 2 spanne abbondanti nel suo ruolo di maestra: “Grazie…e non lo fare piu`.
Lui alza gli occhi, rinfrancato: “No,no,mai più..”e girandosi verso il barista che come tutti nel bar ascoltato col fiato sospeso :
“..GGiovaneee!!, caffè pagato alla maestra!!